Come si misura la vera ricchezza di un imprenditore?

Come si misura la vera ricchezza di un imprenditore?

Tutti noi nell’arco della nostra carriera imprenditoriale ci siamo posti questa domanda.

Ti sarà capitato spesso di aver vissuto giornate in cui non sapevi se avresti avuto la liquidità necessaria per pagare i fornitori a fine mese, i dipendenti o, anche semplicemente l’affitto del tuo studio, ma sono certo che avrai avuto anche molte soddisfazioni, ci saranno stati momenti in cui ti sarai sentito appagato, soddisfatto, in attivo… poi però avrai perso tutto, ricominciato da zero, raggiunto nuovi traguardi…

Forse ti sembrerà un’ovvietà ma, in tutto questo, è davvero importante riconoscere che la vera ricchezza di un imprenditore non si misura da quanto si ha, ma in quanto si può dare.

Non si tratta di un “pippone” filosofico o, del più banale dei consigli tirato fuori dalla “posta del cuore”, ricordati che anch’io sono un imprenditore e amo ottenere profitto dal mio lavoro, avere liquidità per spendere, crescere, godermi la vita e, di certo, non mi vedrai mai vestito di arancione come un monaco buddista!

In queste poche righe voglio solo condividere con te un modo di fare marketing un po’ più evoluto e strategico, ma pur sempre con radici pratiche e attuative.

Partiamo dal concetto che il marketing serve per arricchire le aziende e gli imprenditori e, fin qui, immagino nessuna obiezione..

Ma arricchire che cosa? Ci immaginiamo come uno Zio Paperone 2.0 che fa il bagno nel suo deposito di monete d’oro?

Dopo aver accumulato denaro a sufficienza per soddisfare il nostro ego e i nostri bisogni, salvaguardare i nostri figli e, magari, anche i figli dei nostri figli e, i figli dei nostri figli..

Come pensiamo di investire i nostri soldi?

In altre parole, come faresti marketing se non avessi bisogno di soldi perché ne hai già in abbondanza? In questa situazione utopica la tua strategia sarebbe più o meno efficace?

Condivido con te le mie conclusioni.

In primis posso concludere che, staccandoci dall’obiettivo del puro guadagno di certo diventeremmo MOLTO più efficaci.

Ti starai chiedendo il perché..

Perchè un’azienda ricca e generosa dà di più al mercato rispetto ad un’azienda povera e tirchia e, stai pur certo che il mercato la ricompenserà per la sua generosità. 

Essere avari nel marketing, come nella vita, porta solo scarsità e povertà.

Al contrario, il circolo di liquidità ne genera altrettanta, essere generosi porta ricchezza e prosperità.

Con questo non mi riferisco a qualche filosofia zen di bassa lega, ma faccio fede ad azioni concrete che le imprese che seguo attuano con una strategia sistematica, dal primo momento in cui si affidano alla mia agenzia, a prescindere da quanto sia il loro fatturato in quel momento storico.

Voglio farti qualche esempio pratico che chiarisca le mie affermazioni:

  • Condividi in modo incondizionato informazioni e idee con i tuoi concorrenti, i tuoi clienti e i tuoi partner, ACCETTANDO che qualcuno possa approfittarsene
  • Aiuta incondizionatamente le persone in difficoltà, a prescindere dal rendiconto, ACCETTANDO che qualcuno non ti ripagherà con lo stesso favore
  • Impegnati incondizionatamente in una o più cause sociali ACCETTANDO di togliere tempo e denaro alle tue cose.

La parte più difficile di tutto questo sta dopo la parola “ACCETTANDO”.

Il segreto di tutto questo sta nella parola “incondizionatamente” .

La seconda conclusione a cui sono giunto è che per attuare questo approccio di “abbondanza” verso il mercato non dobbiamo essere per forza dei “novelli Rockefeller”.

Tieni a mente che questo modus operandi non è il premio per chi vive nella ricchezza ma è lo STRUMENTO  per raggiungerla.

Questo è il marketing della maturità e dell’abbondanza. Il marketing che fa bene al mondo. Il marketing che ti farà prosperare e farà in modo che il mondo si ricordi di te.

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